“Ogni donna ricorda la sua prima volta.”
Per alcune è un ricordo tenero; per altre pessimo. Resta il fatto che un po’ tutte ricordiamo quel giorno in cui, per l’appunto, per la prima volta, abbiamo avuto il nostro incontro “ravvicinato” con il sesso. Ed anche io ricordo la mia. Solo che io, differenza di molte altre donne, ho avuto anche una “seconda” prima volta, quella online, come CamGirl.
Mi ero iscritta come CamGirl al sito redvalentine.com. Fin lì era stato tutto semplice. In attesa del mio debutto avevo sistemato la mia stanza da in affitto da precaria squattrinata per creare l’ambiente ideale in cui potermi muovere con disinvoltura e che, allo stesso tempo, potesse essere accogliente anche per gli utenti che, dall’altra parte della webcam mi avrebbero guardata. Così avevo abbassato le tapparelle ed acquistato, nuova di pacca, una di quelle lampade in finto sale dell’Himalaya. Non che mi fregasse nulla dei suoi presunti poteri guaritivi. Mi piaceva semplicemente la luce arancio-gialla che produceva: calda, intima.
Ed eccomi lì, pronta ad iniziare. Il sistema di videochat di redvalentine.com è molto semplice ed intuitivo, ed a quel punto, solo un click mi separava dall’entrare in quella che si chiama la “stanza pubblica”; è una sezione del sito redvalentine.com dove gli utenti possono vedere in preview ed in tempo reale, tutte le webcam di noi CamGirl.
“Premetti il mouse… Ed ero dentro.”
Un fiume di adrenalina attraversò il mio corpo. Ricordo che non mi ero preparata particolarmente, come abiti intendo. Avevo un top bianco ma, mia fortuna, ho un davanzale molto prosperoso, per intenderci, uno di quelli che ti risolve da solo tante situazioni e tante serate nella vita. E così avvenne anche quel giorno. Nemmeno il tempo di smaltire l’adrenalina dell’ingresso nella “stanza pubblica” che già il primo utente aveva richiesto di entrare “in privato”. A quel punto eravamo in webcam solo io e lui.
Ed io? Io ero lì a chiedermi.. ora cosa gli dico a questo? Vi dirò la verità. Tanto ero impreparata io a quel primo contatto, quanto in realtà esso stesso si rivelò più facile del previsto. Io mi riprendevo da poco sotto il naso in giù. Lui invece preferiva farsi vedere a corpo intero. Ricordo ancora la sua voce, e la sua simpatia. Il classico ragazzone napoletano sveglio e, devo ammettere, anche piuttosto carino (cosa che si rivelerà utile in seguito).
È stato lui a rompere il ghiaccio con qualche domanda. Per qualche secondo, ricordo, avvertito un po’ di imbarazzo ma poi mi sono detta: al diavolo, non sarà molto diverso dai tentativi di rimorchio in discoteca o al pub. E così fu. Pochi minuti per conoscersi e poi lui mi chiese subito la taglia di reggiseno. Non potevo mentire (per le ragioni di cui sopra) e gli risposi: “quarta!”.
Ancora ricordo la sua risposta tra il divertito e lo stupito, quando mi disse “cazzo che dea!”
Lì cambiò tutto. Quella semplice risposta del mio primo sconosciuto utente napoletano fu il punto di svolta. Ebbi infatti, in quella risposta, una grande iniezione di fiducia. Chiariamoci: fuori, nel mondo reale, grazie al cielo, non ho mai avuto problemi a rimorchiare. Ma quello delle camgirl per me era un mondo nuovo a cui mi ero approcciata piena di dubbi. Però quella risposta “cazzo che dea!” mi fece capire che sì, potevo essere una CamGirl di successo anche io.
Di lì venne fuori una esuberanza che mai avrei pensato di avere. Decisi quindi di alzare piano piano il mio top. E man mano che mi scoprivo chiedevo a lui dovevo andare avanti. Lui a quel punto decise di masturbarsi e la cosa non mi diede fastidio anzi. Mi eccitò ancora di più. Cavolo se ci penso! Eravamo distanti centinaia di chilometri eppure l’aria nella mia stanza si era fatta bollente come se il mio amichetto dall’altra parte della webcam fosse in realtà lì con me, e mi avesse scaraventata sul letto, come piace a me.
Di lì fu libertà assoluta per me e per lui. Ricordo ancora il suo respiro sul microfono che cambiava e si faceva sempre più profondo man mano che si avvicinava all’orgasmo. Che puntuale arrivò, con ringraziamenti, da parte sua… che non mi sarei aspettata… Pensavo: mi paga e mi ringrazia pure?
Ci salutammo! Io quella sera non uscii. Ricordo che, una volta spenta la webcam ordinai del thailandese a casa e dopo cena rimasi sul letto per un’ora a guardare il soffitto. Non riuscivo a prendere sonno perché ero ancora troppo eccitata.
“Mi toccai quindi ripensando al mio amico napoletano della mia prima videochat su redvalentine.com. E mentre venivo… Sorridevo.”